28 novembre 2006

Passepartout va a scuola



Il collettivo Passepartout è stato invitato dai ragazzi della scuola superiore Copernico alla loro assemblea d'istituto Lunedì 27 Novembre alle ora 8.30 per parlare di occupazioni, in particolare di case.


E' stata una bella occasione per conoscersi, incontrarsi, scambiare e cambiare opinioni sulla città e sul quartiere San Donato.


Per noi è stato emozionante raccontarci e vedere così tanto interesse intorno a noi.

Per questo ringraziamo di cuore i ragazzi e le ragazze del Copernico.


Todo para todos!

A presto

17 novembre 2006

Passepartout allo sciopero generale

Passepartout ha partecipato al corteo di questa mattina all'interno dello spezzone del centro sociaole Tpo

Scarica e diffondi la locandina!

ore 9.20 - Da Piazza XX settembre, al concentramento del corteo che sarà aperto da RDB e Cobas.
Forte la partecipazione anche degli studenti, che in preparazione dello sciopero di oggi hanno occupato due settimane fa un’aula universitaria.
Una corrispondenza di Radio Kairos.
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ore 10.10 - La manifestazione è aperta dallo striscione dei 120 rumeni che all’alba di giovedì mattina sono stati sgomberati per ordine della giunta di Cofferati dallo stabile di via Gobetti, successivamente demolito.
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ore 11.25 - Intervista a Marco del Laboratorio Sociale Occupato PaZ di Rimini, che spiega l’iniziativa di distribuzione della guida legale per l’autodifesa dei venditori ambulanti migranti senza licenza.
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ore 12.05 - Il corteo si sta avviando alla conclusione.
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I NOSTRI DESIDERI NON ENTRANO NEI LORO PROGRAMMI

Verso e oltre lo sciopero generale di venerdì 17 novembre ci mobilitiamo per combattere la precarietà e la subordinazione delle nostre vite.
In un mondo dove creatività, relazioni e affetti, la ricchezza sociale che quotidianamente produciamo, sono mercificati, sottrarsi alle pratiche di controllo di questo sistema significa sovvertire l’odierna schiavitù sfuggendo a ogni gabbia salariale ed etnica, a qualsiasi ricatto, a tutte le frontiere.

Pratichiamo insubordinazione al lavoro salariato, diserzione della guerra globale, sabotiamo qualsiasi governo ci voglia precari a vita.
Generalizziamo lo sciopero sociale creando uno spazio comune e condiviso per esercitare resistenza a questa finanziaria che taglia tutto tranne le spese militari e di gestione dei Centri di Permanenza Temporanea; per affermare l’autonomia dei movimenti sociali sui luoghi di lavoro, nei centri sociali, nelle case occupate, nelle università, nelle strade; per riappropriarci del nostro tempo ed espropriarlo alla fabbrica diffusa.

È la lunga marcia per il diritto al reddito universale di cittadinanza, per una vita senza guerre né frontiere: una lotta che ha attraversato la mobilitazione dei migranti per la libertà di circolazione, il sabotaggio dei CPT, la rivolta nelle banlieus, l’assedio al Parlamento italiano da parte del movimento studentesco, la resistenza in Chiapas, Oaxaca, Palestina, le pratiche di creazione dal basso di nuova cittadinanza nel continente americano, le giornate NO TAV in Val Susa, l’Euromayday, ricordando per sempre il 6 novembre, la congiura dei precari contro la proprietà.

Lo spazio della mediazione è esaurito: lo sciopero metropolitano generalizzato è l’insurrezione contro l’ordine dello sfruttamento, del lavoro disciplinato, della guerra permanente.

…mossi dal desiderio, mai dal calcolo…

REDDITO PER TUTTI GUERRA PER NESSUNO

C.s. T.P.O. Bologna
Lab. Aq.16 Reggio Emilia
L.o. Paz Rimini
Invisibili Parma



15 novembre 2006

Al di là del muro


comunicato sull'azione di via Albani

L'appuntamento era alle 12.00 nel quartiere Bolognina. In quelle strade quest'estate abbiamo visto decine di precari sfrattati e lasciati senza casa; quegli stessi precari che non si arrendono e tornano a riprendere parola e ripercorrere quelle strade fino ad arrivare in via Albani dove, mattone per mattone, hanno abbattuto il muro che li separa dal diritto ad avere una casa dignitosa. Smurare il portone d'ingresso di un palazzo vuoto da anni, reso inagibile dalla distruzione dei sanitari e dalla muratura, ad opera dell'amministrazione. Togliere quei mattoni per mostrare una città piena di palazzine e appartamenti vuoti, abbandonati e murati.
Abbattere per ricostruire la casa che vogliamo nella città che desideriamo. Includente prima di tutto. Includente per le centinaia di studenti che arrivano da tutta Italia e che sperimentano la precarietà come unica condizione possibile di vita. Lavoro nero, affitto in nero e alle stelle, contratti a tempo determinato, co.co.co, co.co.pro., bassi salari ( in media 600 euro al mese).
Un'edilizia residenziale pubblica blindata, inaccessibile, ampiamente trascurata, un bando per precari che chiede 13.000 euro di reddito annuo per poter partecipare. Per non parlare dei 10.000 e più appartamenti privati lasciati vuoti. Questo e tanto altro offre Bologna.
E in cambio chiede una vita messa al lavoro, una produzione di ricchezza della quale solo in pochi possono godere. Studenti-precari, migranti, famiglie...il problema della casa non risparmia nessuno. E la risposta è sempre repressiva. Ma non ci arrendiamo a questo stato di cose, continuiamo a chiedere quello che ci spetta, una vita felice, una casa come la sogniamo.
Torniamo in piazza Venerdì per un grande sciopero generale, nella giornata in cui ci ritroveremo insieme a tanti altri uomini e donne di questa città per dire che di sacrifici non ne vogliamo più sentire parlare, che i soldi ci sono, che 20 milioni di euro per tre anni destinati all'edilizia residenziale per le forze armate (insieme agli altri milioni per le spese militari) devono tornare alla gente che chiede reddito, diritti e dignità!

guarda le immagini dell'iniziativa

guarda il video dell'iniziativa

Passepartout
Mao

11 novembre 2006

Fuori dalla precarietà abitativa


azione e comunicazione per le strade della Bolognina

Veniamo dalla calda estate bolognese, l'estate degli sgomberi di sedici case occupate, l'estate in cui tra Piazzetta Musi, via Zampieri e per ultima via Tibaldi a sedici nuclei abitativi è stato negato il diritto alla casa.
Ma gli sgomberi di quest'estate non hanno fermato chi lotta per il diritto alla casa!
Stanchi di vedere case senza gente e gente senza case rivendichiamo il nostro diritto di riprenderci quello che ci spetta: una condizione abitativa dignitosa, in grado di liberarci dalla situazione di perenne precarietà in cui ci vogliono lasciare.
Per questo decine di case pubbliche, sono state occupate, per questo oggi reti di solidarietà sempre più ampie si costruiscono nei picchetti contro gli sgomberi e gli sfratti: non vogliamo più vivere in una costante precarietà abitativa, non vogliamo più temere che ogni giorno il mancato rinnovo di un contratto di lavoro o uno sgombero mandato dalla giunta Cofferati ci privi del nostro diritto all'abitare.
Nella Bologna della ricattabilità degli affitti in nero, delle centinaia di sfratti oramai esecutivi, del mercato degli affitti impazzito in crescita esponenziale, in cui decine di migliaia di precari/e sono spinti in condizione di sempre maggiore marginalità, non permetteremo che passino sotto silenzio le mancanze di questa amministrazione Comunale: chi è responsabile dell'abbandono di migliaia di case e mandante degli sgomberi non potrà più celarsi dietro alle proprie menzogne.

Mercoledì 15 novembre proponiamo a tutt* coloro che vivono le contraddizioni dell'ipermercato Bologna una giornata di comunicAzione e denuncia che, a partire dai luoghi dell'abitare negati dagli sgomberi possa ridare voce a tutt* noi e marcare il passo di una ricostruzione di percorsi che ci restituiscano, fuori dalla precarietà abitativa, il diritto alla casa.

Contro la precarietà costruiamo percorsi di riappropriazione di reddito Difendiamo il diritto all'abitare dalle politiche repressive dell'assessorato alla casa
Che le case abbiano gente e che tutt* abbiano case!

MERCOLEDI' 15 NOVEMBRE dalle 13:00
GIORNATA DI LOTTA PER IL DIRITTO ALLA CASA
MEETING POINT VIA TIBALDI 26

03 novembre 2006

...a grande richiesta...


Il 4 novembre 2006 si svolgerà a Roma la manifestazione “Stop precarietà ora” per contestare le tre leggi del governo Berlusconi che in questi anni hanno peggiorato il sistema italiano: la legge Bossi-Fini; la legge 30 sul lavoro e la legge Moratti.
La contestazione del 4 novembre è stata pensata per protestare contro il vecchio governo, contro quello che questo ha lasciato a quello odierno. Ma quello che si sta facendo è un coprirsi gli occhi, ignorando cosa questo nuovo governo sta portando avanti. Basti pensare alle Note per la riforma del Testo Unico sull’Immigrazione presentate dal Ministro Amato, per capire come le cose possono solo peggiorare, introducendo CPT speciali; oppure, la Finanziaria proposta che toglie fondi alla scuola e all’Università, danneggiando così insegnanti e studenti e nessuna parola su interventi che vadano a cambiare la vita dei precari e delle precarie, degli intermittenti di coloro che hanno contratti a termine.
L’unica spesa che è aumentata è quella militare.
Insomma nulla è cambiato!
Tutto invariato!
È rimasta invariata la precarietà che colpisce precari e precarie, migranti, giovani coppie, in ogni momento della vita, ma a questo vogliamo ribellarci, vogliamo resistere a questi stili di vita che vengono imposti dai governi di destra e di sinistra, e lo faremo continuando ad occupare a case, riappropriandoci del diritto all’abitare.
A Bologna, già da tempo, un sindaco sinistro e una giunta di sinistra stanno premendo l’acceleratore della precarietà, sgomberando case occupate e, confermando giorno dopo giorno la volontà di andare avanti così.
Per questo sabato non saremo a Roma!
Ma saremo ancora una volta, venerdì 3 novembre 2006 dalle ore 06.00 in via Ristori 21, a bloccare la precarietà e lo sgombero delle case occupate.
Questo vuole essere un invito per chi da mesi sta appoggiando questa forma di lotta contra la precarietà.
Un invito a chi da sempre a visto di buon occhio le occupazioni di tutti quegli appartamenti abbandonati e lasciati marcire per anni e, finalmente, resi vivibili, da chi purtroppo una casa non poteva permettersela nella cara e vecchia città di Bologna.
Vi aspettiamo ancora una volta fuori dalle nostre case per difendere il diritto all’abitare!