24 febbraio 2006

L’abbondanza e la precarietà.


comunicato stampa sul picchetto antisfratto di Mohamed, Fatma e
i lore tre bambini
Venerdì 24 febbraio, alle
ore 8.30
in Via della Certosa 32

Oggi siamo di nuovo sulle strade della città di Bologna, per difendere un
diritto fondamentale, quello all’abitare, e per affermare un principio
etico e politico allo stesso tempo, quello della dignità. Facciamo un
presidio anti-sfratto non come gesto di assistenza, o di carità, ma perché
difendere il diritto di una famiglia significa affermare quello di tutti.
Facciamo un gesto semplice, diciamo no, per aprire lo spazio alle
soluzioni, ai diritti, e ad alcuni ragionamenti politici quantomai
necessari.Non è facile trovare soluzioni a problemi complessi, ma per
farlo bisogna scegliere anzitutto da che parte stare.
Noi cerchiamo di capirlo, stando sulla strada, mentre ci sembra di veder
crescere la precarietà in mezzo all’abbondanza.
E’ questo che rende paradossali ed odiose le situazioni come quella di
oggi. Non pretendiamo che fermando uno sfratto si possa mettere in
discussione l’ordine politico ed economico (ovvero essere sovversivi)
della società, ma almeno pretendere attenzione e serietà sui problemi
della città.

Durante due anni di occupazioni, di autogestione e di progetti dal basso,
abbiamo ricevuto soltanto minacce e calunnie dalla amministrazione,
abbiamo cercato, dove possibile un terreo di dialogo e di progetto, ma
abbiamo ricevuto solo porte chiuse o mezze parole. L’assessore Amorosi,
diceva che non aveva tempo per noi perché stava lavorando per dare
centinaia di case ai precari. Evidentemente o mentiva o non sapeva quello
che diceva.

Oggi sono necessarie misure urgenti:

1) La requisizione delle terze, quarte, (quinte etc.) case per dotare di
un tetto i casi di emergenza abitativa e gli sfrattati.

2)Pensiamo che sia necessario coordinare una azione a livello almeno
regionale sul problema degli sfratti, che riguarda, bologna e provincia ma
molti altri centri in regione, come ad esempio Reggio Emilia.

3)L’apertura del bando per l’assegnazione di case a
canone concordato per i precari, italiani e non, che non possono
attualmente rientrare nel nuovo bando ERP. Da due anni ci viene detto in
via ufficiosa o attraverso i giornali che esistono le risorse per questa iniziativa, vogliamo dei risultati.

4)L’emendamento dalla legge regionale e dai regolamenti comunali della
norma di esclusione dai bandi pubblici di chi ha occupato per necessità

5)La depenalizzazione del reato di occupazione

Siamo stufi della retorica vuota della legalità.

Vogliamo diritti e redistribuzione della ricchezza sociale, e non
accettiamo di essere strumentalizzati nella campagna elettorale in corso.
Auspichiamo l’apertura di un tavolo cittadino di lavoro e di confronto
continuo con le parti sociali, occupanti compresi, sul diritto all’abitare
e sul territorio.
Di fronte alla necessità, alla precarietà, ed alle lotte quotidiane per
superarle le nostre parole saranno ancora l’autogestione e la resistenza dal basso.