12 settembre 2006

Facciamola festa...all'Unità!


12 Settembre festa dell’Unità.
Conferenza sul tema Casa.

Molti gli invitati al dibattito tra cui l’Assessore alla Casa Merola. Passepartout non ufficialmente invitato, ha deciso di partecipare ugualmente all’incontro portando un punto di vista che spesso in questo tipo di dibattiti viene a mancare: delle persone che la casa non ce l’hanno, che sono in lista d’attesa Acer da troppo tempo, chi alla graduatoria non vi può partecipare nonostante precario.....

Ecco il contributo video

07 settembre 2006

Riunione dei presidenti di Quartiere per coordinare gli sgomberi delle ultime case occupate

Il mito formale della legge

Nessuno ormai a Bologna può sottrarsi da questo mito, rivendicato come strumento di garanzia dei più deboli, in realtà concetto astratto e atto di comando. Vorremmo evitare di dover fare i conti con la gestione da funzionario amministrativo, ottusa e largamente insufficiente, dato che è la politica che propone nuove soluzioni: infatti le nuove proposte sulla casa introdotte da Merola non nascono dal piano della legalità, ma da una progettazione che deriva dalla ricchezza propositiva dei collettivi, da una ricerca di fuoriuscita dall'illegalità che mette in luce nuovi bisogni e cerca soluzioni.

Le uniche innovazioni prodotte sono il tentativo di dare una risposta ai nodi critici che i collettivi e le parti sociali hanno posto da due anni a questa parte.

Queste innovazioni non devono essere una carta di scambio ricattatoria ma il punto di partenza per un confronto con la città e i soggetti che le hanno proposte. Parlare di emergenze abitative a cui assegnare le case occupate significa utilizzare il tema della giustizia sociale in maniera strumentale, utilizzandolo come pretesto per agire in maniera repressiva nei confronti dei soggetti che sul territorio maggiormente lavorano sul tema casa.

In questi anni il modificarsi del mercato del lavoro (e non solo) ha prodotto un nuovo stato di necessità, quello dei lavoratori precari, che ha bisogno di risposte immediate e di flessibilità da parte delle amministrazioni nell'accogliere le richieste, di risposte che contemplino il presente, il qui e ora, che non riguardino soltanto il futuro. Il riconoscimento di questo stato compare anche nelle famose sentenze del tribunale di Trieste: ancora una volta è la magistratura a rispondere delle mancanze della politica, individuando le condizioni per nuove richieste di diritti.

L'impostazione della giunta tende quindi all'esclusione sociale del precariato, di soggetti giovani, meno giovani, migrandi, non garantiti.

Questi sgomberi non produrranno soluzione o pacificazione ma porteranno solo nuove occupazioni, che,visto il contesto,avverranno presumibilmente in maniera sempre più clandestina, anche per quei soggetti che invece rendono pubblica la loro lotta per la soddisfazione di un bisogno, convinti che portare il tema della casa nel discorso pubblico possa risolvere le nuove esigenze di una larga parte della città.

Questa mattina i presidenti di Quartiere si riuniscono per coordinarsi sugli sgomberi dei restanti 30 alloggi che sono nuovamente vivibili soltanto grazie a chi li ha occupati, dopo anni di abbandono. La soluzione finale di questa giunta pare sia, ancora una volta, un atto di polizia, al quale ci sentiamo di opporre le nostre ragioni con determinazione.