01 luglio 2006

Nelle nostre urine


...anche Passepartout partecipa alla street ...

A Bologna, nell’ ultimo periodo, i discorsi e le pratiche dei cittadini, vigili urbani, precari, migranti, consiglieri comunali, commercianti, ravers e del sindaco ruotano intorno a un bisogno inalienabile: le urine. Chi lava i vetri ai semafori, e per esigenze di produttività soddisfa il bisogno all’ angolo più vicino. Chi vorrebbe analizzare le urine di altri per sapere cosa assumono.
Chi si trova a vivere le strade e le piazze della città e spesso vede barattata la possibilità di urinare in bagno con una consumazione. Chi costruisce comitati per ’fermare i rivoli gialli prima che sfocino in un mare di degrado’. Chi per farla deve chiedere il permesso e guardare il cronometro se gli va bene, altrimenti deve attendere la pausa pranzo. Chi viene menato e sedato per una pisciata sul muro. E chi (e può essere solo una persona) usa una decina di cessi chimici come ricatto per amputare la Street Rave Parade.
Così succede che una notte in piazza Verdi un ragazzo viene pestato dalla municipale per aver pisciato sotto i portici (Bologna è la città con più portici e forse meno bagni pubblici al mondo), un’ artista di strada spagnola che aveva difeso lo ’sporcaccione’ viene picchiata e poi portata a fare il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio – poco sanitario e molto obbligatorio) e nelle tre ore successive carabinieri e polizia si contendono la piazza con un variegato gruppo di nomadi bolognesi. Tutto per una pisciata!
D’ altra parte c’ è chi vorrebbe farci urinare in sterili provette. Nelle nostre urine, questure, prefetture e commissariati , cercano tracce di THC / cocaina / oppio / anfetamina / LSD / alcool (in determinate circostanze) e quant’ altro gli uomini e le donne hanno trovato / raccolto / lavorato / ceduto / (purtroppo) venduto e consumato per curarsi / svagarsi / socializzare / ampliare il senso dell’ astratto, insomma per alterare il loro stato di coscienza in reazione a fattori interni / esterni. Cercano queste tracce per isolare, criminalizzare, controllare e reprimere chi fa uso di sostanze ’illegali’.
Il rapporto delle istituzioni con queste sostanze nella storia è molteplice: proibivano l’ alcool, facendo ingrassare la mafia americana; invadevano i mercati con eroina per smorzare l’ onda delle pantere nere in America o i movimenti degli anni ’70 in Italia; ora prescrivono ’psicofarmaci’ ai bambini turbolenti; ora costruiscono ’carceri per drogati’ e ora a Bologna un PM col chiodo fisso dell’ eversione e molta fantasia decide che il Livello57 vuole evertire lo stato di coscienza dell’ Italia intera smerciando chili di eroina. Tesse un rapporto che sembra la sceneggiatura di un film ’noir alternativo’ e a poche settimane dalla street fa perquisire le sedi del Livello57 e le abitazioni di alcuni soci. Alla fine dell’ operazione non trova la fantasmagorica attrezzatura per produrre e raffinare le sostanze, ma si accontenta di mezzo chilo di hascisc (di pessima qualità, in tutto 35 grammi di principio attivo) e li appioppa proprio a chi stava cercando di fornire al L57 mezzi di autodifesa, Maria Pia, che in primo grado viene condannata a due anni e otto mesi di detenzione e a pagare 27.000 euro di multa. Ancora una volta Bologna si conferma laboratorio e sperimenta la legge Fini-Giovanardi sulle droghe proprio sugli operatori della riduzione del danno.
Sempre nella nostra pipì potrebbero cercare altre tracce, tracce di una vita precaria. Quelle dello stress per i ritmi frenetici. Quelle dell’ angoscia per un’ esistenza in bilico. Quelle delle ’droghe legali’ che ci prescrivono per combattere angoscia e stress.
Troverebbero i parametri della dopamina al minimo per le negazioni e le umiliazioni. Gli antibiotici e gli antidolorifici, per i denti che non puoi curare perchè costa troppo. Quelle dell’ inquinamento che assorbiamo dall’ aria, ma anche dai mezzi di informazione. Tutti questi parametri non li cercano perché già li conoscono, li hanno pianificati e riprodotti e non gradiscono che qualcuno se li ’autogestisca’: assumendo droghe, annullando per più di un giorno i ritmi della produzione, coprendoli con quelli dei rave, riappropriandosi dei diritti negati, creando spazi di libertà e tessendo reti sociali.
Chi ’sballa’ i parametri prefissati non la scampa! E’ un eversore (e la scelta è ampia: eversione degli stati di coscienza, eversione della programmazione cinematografica, eversione dell’ ordine gastronomico ’precostituito e precotto’, ...) e dovrà essere punito con la carcerizzazione!
Il 1° Luglio non sappiamo dove scorrerà la nostra pipì, forse in un prato, forse in un cesso chimico (gentilissssimamente offerto dal sindaco) o forse giù per un tombino a mischiarsi con tutte le urine di Bologna. Qualche giorno fa abbiamo visto sui viali un vecchietto autoctono acquattarsi dietro una pensilina dell’ ATC (forse gli ricordava un bagno pubblico dei tempi andati) e farla lì, rischiando che un comitato antidegrado lo accusasse pubblicamente di essere un punkabestia o che il sindaco firmasse un TSO tutto per lui.

Passepartout

’opodichè ...

se hai un bisogno lo devi espletare e soddisfare, possiblilmente alla svelta che la vescica ne risente.