16 giugno 2006

Sulle graduatorie del bando per la casa del 7 marzo 2006

Ufficio casa del Comune di Bologna


Questa mattina in Viale Vicini al numero civico 20, s’è tenuta la Conferenza Stampa indetta da Passepartout, MAO, Asia-RdB per svelare alcuni retroscena del Bando emesso il 7 marzo 2006 dall’ Ufficio Casa del comune di Bologna per precari: l’assegnazione di 75 appartamenti a canone agevolato. In realtà il bando esclude a priori gli stessi precari, uno dei requisiti d’accesso consiste in un tetto minimo di partecipazione di 13 mila euro per nucleo famigliare e 6 mila a persona.

comunicato stampa:

Gli sfratti e gli sgomberi da parte della pubblica amministrazione di Bologna, di fronte alla attuale situazione di ingiustizia sociale e di precarietà sono da ritenersi un’azione violenta e repressiva a cui ci riserviamo di opporre tutta la nostra determinazione nella difesa del fondamentale diritto all’abitare.

DIAMO I NUMERI?

L’assessore Virginio Merola afferma che le case di proprietà pubblica vuote sono attualmente 692 e non 980 (in: Il Domani di Bologna, mercoledì 7 giugno 2006).
Risulta allora falso quanto affermato per ben due anni dal suo predecessore Amorosi, e cioè che le 45 occupazioni tolgono spazi e risorse ad altri poveri; semmai gli hanno liberati e messi a disposizione della collettività.

Oggi è stata pubblicata la graduatoria del Bando per 75 appartamenti a canone agevolato.
Diversi occupanti vi hanno partecipato, ma inutilmente.
Di fronte alle 1780 domande accettate, soltanto i primi 75 hanno avuto una risposta, gli altri dovranno aspettare il prossimo bando, previsto per la primavera 2007.
Moltissimi altri non hanno potuto partecipare perchè non raggiungevano il reddito minimo di 13.000 EURO ANNUI per nucleo famigliare(!) fissato come limite minimo di reddito per accedere alla graduatoria.
Il bando va nella direzione giusta ma non basta, i minimi di reddito sono troppo alti per consentire l’accesso a chi è realmente precario o povero.
I cittadini che vivono negli alloggi recuperati hanno fatto delle proposte all’assessorato fin dal 2004, ed oggi con forza le rinnovano chiedendo a tutti i cittadini di Bologna di sostenerli nell’interesse comune.

APPOGGIAMO LA CAMPAGNA proposta dal consigliere comunale Monteventi di AUTORIDUZIONE DEGLI AFFITTI IN NERO a un massimo di 129 euro a persona (ed è già troppo!).
BLOCCO DEGLI SFRATTI per morosità su tutto il territorio comunale.
BLOCCO DEGLI SGOMBERI delle case recuperate ed abitate in forma irregolare, assegnazione provvisoria di 2 anni con INCENTIVI ALL’AUTORECUPERO ED ALLA RISTRUTTURAZIONE.
INSERIMENTO degli aventi diritto nel bando ERP e VERIFICA DELLE EMERGENZE ABITATIVE laddove sussistono.
ELIMINAZIONE DELLE NORME ESCLUDENTI (presenti nel regolamento ERP e nella legge regionale del 2001) contro chi ha occupato.
GRADUATORIA PER PRECARI E MIGRANTI con sufficenti risorse per legalizzare le case recuperate.
Aprire le graduatorie ERP a settembre è una decisione positiva ma va accompagnata da una SANATORIA generalizzata delle situazioni di irregolarità, escluso chi supera i massimali di reddito o possiede altre proprietà immobiliari.

Gli sfratti e gli sgomberi da parte della pubblica amministrazione di Bologna, di fronte all’ attuale situazione di ingiustizia sociale e di precarietà sono da ritenersi un’azione violenta e repressiva a cui ci riserviamo di opporre tutta la nostra determinazione nella difesa del fondamentale diritto all’abitare.

Abbiamo già dato, ORA BASTA!

15 giugno 2006

Diritti e potere sotto casa

Il potere pubblico è tale perchè riceve la sua legittimità dai cittadini, che, liberi e uguali, attraverso procedure di voto, legittimano temporaneamente la funzione pubblica.

Da questo processo nascono le amministrazioni pubbliche, che come dice la stessa parola hanno la funzione di agire, con i mezzi tecnici adeguati al mantenimento ed alla crescita del bene pubblico, cioè comune.


Se ci avete seguito fin qui nel ragionamento, forse avrete adesso qualche dubbio andando ad analizzare le prese di posizione degli amministratori della città di Bologna rispetto al presunto scandalo delle “case occupate”.


Qualche dato:


Nel marzo 2004, mentre la gestione Guazzaloca stava volgendo al termine, in piena furia cartolarizzatrice Tremontiana, un collettivo di precari e migranti che vivono a Bologna inizia ad abitare, occupando gli spazi inutilizzati da almeno 4 anni in appartamenti gestiti dall’ACER, di proprietà dello Stato. L’allora assessore Monaco, uscente, si guarda bene dal fare la voce grossa, di fronte alle centinaia di appartamenti sfitti, più di 200 nel solo quartiere di S.Donato.


Successivamente, sulla spinta del bisogno, e con l’obiettivo di spingere l’amministrazione ad una svolta nella gestione delle case di proprietà pubblica e per scongiurare la privatizzazione della gestione e dei beni immobili, decine di persone scelgono di seguire l’esempio dei primi “occupanti” e iniziano ad abitare in alloggi sfitti e inabitabili di proprietà dell’ERP.


Nascono 3 collettivi (Passepartout, M.A.O. e Habit-Azione) che hanno come unico scopo quello di denunciare le penose condizioni di parte del patrimonio edilizio pubblico, le insostenibili condizioni del mercato privato a Bologna per soggetti precari e migranti e di animare i quartieri dove risiedono con iniziative gratuite a carattere ludico e culturale.


L’esperienza ha ottimi riscontri nei quartieri dove si svolge, S.Donato, S.Vitale e Bolognina, tanto che il consiglio di quartiere di S.Donato si esprime nel 2004 contro ogni ipotesi di sgombero e per una soluzione adeguata alle richeste degli occupanti.


Subito dopo, appena il neo-assessore Antonio Amorosi entra in carica, si scatena una campagna diffamante contro i collettivi, che si ingrossa sull’onda della retorica della legalità di Sergio Cofferati, che se da un lato richiede rigore e rispetto della legge, mostra questa decisione in modo eclatante contro le categorie più deboli: migranti baraccati e senza permesso di soggiorno, mendicanti, occupanti di case, giovani lavoratori/trici precarie. La risonanza mediatica, amplificata dalla sensibilità forcaiola e razzista che molti media hanno sviluppato negli anni, permette ai “rappresentanti dei cittadini” di parlare e minacciare per due anni senza dare risposte concrete al dilà della normale amministrazione.


Laddove non sono presenti i collettivi, o alcuni rappresentanti, pochi, fedeli al proprio mandato, la giunta in perfetta sinergia con la questura procede a sgomberare, incarcerare, invisibilizzare. Nessuno si sogna di prendere provvedimenti seri contro la rapina legalizzata del mercato privato e contro lo strozzinaggio degli affitti in nero che imperversa in città. Si scrollano le spalle dicendo che “è difficile intervenire”, mentre noti cravattari come Zanni dell’UPPI chiedono la forca per gli occupanti.


Come tutta risposta sono continuate le iniziative di denuncia della speculazione privata sulla casa, le occupazioni di immobili sfitti, l’animazione degli spazi pubblici, e l’elaborazione di proposte alla città.


La Procura di Bologna ha cercato di criminalizzarci in tutti i modi, scadendo spesso nel grottesco e purtroppo non sembra aver cambiato linea. Nonostante in Italia, frequentemente il reato di occupazione venga archiviato e in numerose occasioni i tribunali hanno assolto gli occupanti per “necessità” e riconoscendo l’utilità sociale del loro gesto.


Il nuovo assessore Merola inizialmente aveva aperto la possibilità di un cambio di rotta, poi, crediamo per ragioni di convenienza politica, ha aderito alla linea di Cofferati, e oggi minaccia sgomberi e chiude il dialogo. Ma oggi, rendiamo di nuovo pubbliche le nostre proposte, estendendo alla società civile della città l’invito a farle proprie per allargare per tutti la sfera dei diritti e della vita dignitosa.


Non vogliamo più essere ostaggio, dei mal di pancia securitari del Cofferatismo, in tanti a Bologna, insoddisfatti di come i rappresentanti stanno esercitando il loro mandato chiedono soluzioni concrete, rispetto dei diritti, dei percorsi realli di partecipazione e di cittadinanza. Noi abbiamo preso in mano un problema personale, la mancanza di una casa, e l’abbiamo trasformato in una opportunità per dare delle risposte collettive.


Ci aspettiamo che da oggi si uniscano a noi le centinaia di cittadini e cittadine che affollano gli uffici casa del Comune di Bologna senza ottenere una risposta: vogliamo diritti e dignità.


Il disprezzo e l’arroganza li lasciamo con piacere a chi ci sfrutta e ci spreme, sul lavoro e con gli affitti.


Anche questa, signori, è la democrazia.


14 giugno 2006

Cinema nel Parco

Parco Magazzari - Quartiere S. Donato - Bologna

..seminiamo un altro quartiere proiettandoci nel parco..

Con l’arrivo della bella stagione, anche quest’anno, ci andava di utilizzare uno spazio comune, al centro del quartiere dove abitiamo da ormai due anni, per organizzare un cinema all’aperto.
Vorremmo intrecciare di nuovo le persone che incrociamo tutti i giorni per strada, per far germogliare un’idea che abbiamo seminato due anni fa, insieme alla prima autoassegnazione: che attraverso delle relazioni nuove tra le persone sia possibile trasformare le cose.
Insieme ai film che abbiamo scelto per questa rassegna proiettiamo anche la nostra voglia di capire la realtà che abbiamo intorno, attraverso un momento che sia narrazione reciproca, e perchè no, anche costruzine di un quartiere diverso, assieme alle persone che da tanti anni lo vivono, a quelle che hanno già sperimentato nelle loro vite le lunghe attese per una casa popolare, l’inefficenza del comune,l’esclusione riservata ai migranti, ai precari,ai disoccupati, l’impotenza davanti ad uno sfratto, gli affitti troppo alti, i mutui soffocanti, l’affitto in nero...

Oltre a tutto questo abbiamo deciso di violare le leggi del copyright, di fare pubblicamente quello che molti fanno da tempo nelle loro case: scaricare film dalla rete e guardarli gratuitamente. La possibilità di copiare e utilizzare beni immateriali è qualcosa di spontaneo, che tenta di sfuggire alle soffocanti spire della SIAE, la quale, con la scusa di difendere la proprietà culturale, ci priva di una dimensione più reale della cultura, la dimensione collettiva.

Vi invitiamo quindi a passare una serata insieme, di mercoledì in mercoledì...

  • mercoledì 14 giugno 006 h.21
Terkel in trouble
di Kresten Vestbjerg Andersen

  • mercoledì 21 giugno 006 h.21
Questa sera si recita Molière
di e con Paolo Rossi

  • mercoledì 28 giugno 006 h.21
Nausicaa nella valle del vento
di Hayao Miyazaki

05 giugno 2006

Spazio per respirare



Bologna è oggi una città incerta, in equilibrio precario tra paura e desiderio di un presente diverso. La crisi delle forme di lavoro e di vita che costituivano la sua identità apre lo spazio alla richiesta ossessiva di sicurezza e normalità.

Allo stesso tempo, nella città e nei suoi tanti luoghi e tempi, continuano a vivere e a nascere progetti che, rifiutando la miseria dell'esistente si sforzano di produrre la ricchezza del comune e delle differenze.

Sono gli spazi sociali autogestiti, le case occupate e recuperate, i progetti di cooperazione sociale, le iniziative pubbliche contro il razzismo e l'esclusione.

Questi spazi, le loro storie, le tantissime persone che li animano e li hanno animati negli anni hanno contribuito a fare di Bologna un posto speciale, dal 2000 al 2004 hanno costituito una opposizione radicale ed allo stesso tempo ricca di sperimentazioni e proposte al governo Berlusconi ed alla giunta Guazzaloca. Oggi continuano a lottare per una trasformazione radicale dell'esistente, per una società di liberi ed uguali.

Perchè la giunta Cofferati vuole chiudere queste esperienze e questi spazi? Perchè le questioni sociali più urgenti non hanno trovato risposte ma solo repressione? Perchè non cominciamo a dire che la città deve cambiare davvero?

Abbiamo molte risposte e molte idee in proposito ma non vogliamo gridare da soli, vogliamo offrire a nostri sogni e i nostri progetti alla città che non si accontenta della paura e del conformismo.

Per cominciare, possiamo difendere gli spazi che esistono, creare spazi pubblici di discussione, di creazione, di moltiplicazione delle lotte sociali.

DIFENDI GLI SPAZI SOCIALI

RECLAMA REDDITO-DIRITTI-DIGNITA'

NO AGLI SGOMBERI

"...tutti i corpi, per loro natura, se posti in uno spazio, lo occupano..."
(primo postulato della fisica dei corpi in movimento