29 maggio 2007

Da "Il Domani": Ex Mercato, i costruttori disertano il bando

Cristiano Zecchi

Nessuno ha partecipato al bando per realizzare alloggi all’ex Mercato Ortofrutticolo. Un flop tutt’altro che annunciato,il Comune di Bologna puntava molto nell’apporto dei costruttori per realizzare 300 nuovi alloggi, un terzo dei quali in affitto permanente a canone calmierato. Ma nessuno si è presentato. Solo la Cir Costruzioni di Argenta ha chiesto una proroga del bando per risolvere un problema legato a fidejussioni bancarie.
La richiesta è arrivata 48 ore dopo la chiusura del bando e, di fatto, legalmente inaccettabile. E adesso? All’assessore
all’urbanistica e alla casa, Virginio Merola, non resta che puntare il dito contro i costruttori, dire addio ai sei milioni di euro della Regione e prepararsi a fare tutto da soli, insieme ad Acer e ad altri soggetti. «Abbiamo messo in gioco 22.000 metri quadri di aree edificabili di proprietà comunale, per un valore di mercato di circa 25 milioni di euro, concedendole al prezzo simbolico di un euro al metro quadro - dice Merola - Abbiamo previsto inoltre la possibilità di realizzare edilizia libera per il 30% della superficie in gioco per garantire il massimo possibile di edilizia sociale in affitto ». Niente, neppure un’offerta. Eppure il Comune aveva discusso a lungo con i costruttori, prima di presentare il bando. «Si sono svolti numerosi incontri con i rappresentanti di tutte le associazioni delle imprese di costruzione per definire al meglio il bando - prosegue l’assessore - Infine, per due volte, abbiamo chiesto la proroga al termine del bando regionale anche per le sollecitazioni arrivate dalle imprese per avere il tempo necessario per le istruttorie tecniche e i chiarimenti. Ebbene - l’amaro sfogo di Merola - nessuno ha partecipato al bando.
Ora non è possibile legalmente riaprire i termini o peggio fare trattative dirette con i privati, quindi non è il momento delle polemiche». Quindi? «È arrivato il tempo di fare una severa riflessione di merito, accompagnata a misure urgenti per dare attuazione comunque al programma di case in affitto sull’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo. La riflessione deve riguardare i criteri del bando regionale e in particolare l’esclusione di Acer dalla possibilità di concorrere in base all’interpretazione della legge regionale 24 del 2001». Sarà quasi impossibile realizzare l’intervento al Navile senza avvalersi dell’apporto privato. «Come abbiamo visto il privato senza un profitto adeguato non partecipa a questo tipo di bando - dice l’assessore - Modificare il bando vuol dire rassegnarsi a fare al massimo il 30% di case in affitto permanente, fatto 100 le aree disponibili: non è accettabile, non possiamo rassegnarsi a questo spreco risorse pubbliche». E adesso? «Ci riteniamo liberi dai vincoli del
bando regionale e liberi di approfondire con Acer e altri interlocutori il da farsi - conclude l’assessore - ci riserviamo cioè di istruire in tempi ragionevolmente brevi la nostra proposta di attuazione per confermare il nostro obiettivo: realizzare case in affitto».
Per Carmine Preziosi, direttore del Collegio Costruttori di Bologna (affiliato a Confindustria) il problema del bando riguardava la bassa redditività che non consentiva alle imprese di fare un investimento tranquillo. «Purtroppo avevamo ragione -sostiene Preziosi - Alcuni contenuti non erano in linea con quello che il mercato poteva offrire all’amministrazione. Bastava che il 30% della locazione a termine fosse in proprietà convenzionata, esigenza di mercato della classe media, che le imprese avrebbero
partecipato». Il direttore dell’Ance viene poi al nocciolo della questione: «I termini del bando non erano tali da garantire un utile di impresa tale da lavorare in tranquillità. Era troppo basso il margine operativo per gestire l’operazione con tranquillità. In pratica, una volta fatti i conti, le imprese hanno capito che le caratteristiche del bando non consentiva di fare un piano economico finanziario adeguato, i margini di rischio erano molto alti».
Il Collegio Costruttori suggerisce di recuperare in fretta questa situazione: «O si prolungano i termini del bando
già avviato o presentare un nuovo bando chiedendo alla Regione di evitare di dare i soldi che spettano a Bologna
ad altre province». Eppure avevate partecipato alle riunioni del Comune in preparazione del bando. «Sì, ma al termine
dei lavori, nelle ultime due riunioni, sono emerse posizioni distanti da quelle sostenute dalla nostra associazione - dice Preziosi - Purtroppo le altre associazioni di categoria avevano sostenuto la stesura del bando, noi ci siamo trovati da soli e adesso constatiamo che avevamo ragione.
Occorre ricreare un dialogo tra imprese e comune, che non sia però un dialogo tra sordi dove ognuno ribadisce le
proprie tesi e non ascolta quelle degli altri».
“Palazzo D’Accursio metteva in gioco parte delle aree dell’ex Mercato in
maniera quasi gratuita, ad appena un euro al metro quadro. In cambio
chiedeva ai costruttori di realizzare a loro spese 300 alloggi a canone
calmierato. Da un lato Bologna avrebbe avuto a disposizione nuovi alloggi
per il disagio abitativo e i privati potevano vendere una quota di case a
prezzo pieno di mercato. Almeno il 70% degli alloggi dovevano essere
realizzati in edilizia a canone calmierato, il 40% dei quali sarebbe dovuto
essere destinato all’affitto permanente. Il diritto di superficie doveva durare
40 anni, dopo di che la proprietà degli immobili sarebbe passata al
Comune. Per l’affitto a canone calmierato a termine il diritto di superficie
sarebbe dovuto durare 99 anni e poteva essere rinnovato successivamente.
VIRGINIO MEROLA ASSESSORE COMUNALE ALL’URBANISTICA E ALLA CASA"

Etichette:

23 maggio 2007

Trieste- Solidarietà da Passepartout e Tpo

Abbiamo appreso dello sgombero arrogante e violento, con pistole alla
mano, avvenuto a Trieste. Vergognoso e ambiguo il comportamento delle
istituzioni: trattative interrotte senza motivo, promesse disattese,
legalità usata strumentalmente non per difendere chi continuamente si vede
negato il diritto alla casa ma per nascondere l'incapacità di dare
soluzione ai problemi qui e ora, accusando di associazione a delinquere
chi chiede dignità per sé e per gli altri.
Con enorme rabbia leggiamo questa mattina dell'aggressione fascista
avvenuta nella notte, delle persone contuse, degli insulti razzisti
inneggianti al duce.
Tutto questo non è tollerabile: vi siamo vicini, non mollate.
Guai a chi ci tocca!

Un abbraccio dalle compagne e dai compagni di Passepartout e TpO































Per saperne di più:

Trieste - Sgomberate cinque case, denunciati per associazione a delinquere attivisti dello Sportello degli Invisibili
http://www.globalproject.info/art-12275.html

Trieste - Presidio permanente in P.zza Unità per il diritto alla casa
http://www.globalproject.info/art-12289.html

Trieste - Aggressione fascista al presidio per il diritto alla casa
http://www.globalproject.info/art-12294.html

Trieste- Presidio sotto al Municipio per i diritto alla casa
http://www.globalproject.info/art-12324.html

Etichette:

22 maggio 2007

Assemblea nazionale dei movimenti di lotta per la casa

BLOG DEI MOVIMENTI AUTORGANIZZATI PER IL DIRITTO ALL'ABITARE
http://abitare.noblogs.org/post/2007/05/22/domenica-27-maggio-2007-ore-10-00-firenze

Domenica 27 Maggio 2007 ore 10:00 - Firenze
Assemblea Nazionale delle realtà e dei Movimenti di Lotta per la Casa
Rilanciare le Lotte ed i Conflitti Costruire un Movimento per il Diritto alla Casa e all'’Abitare


Da Nord a Sud, dai piccoli centri fino alle grandi città, cresce e dilaga una situazione di precarietà abitativa che attraversa e coinvolge figure sociali diverse e settori sociali sempre più estesi; una realtà che, senza paracaduti, sta degenerando in una situazione di vera e propria emergenza, con il suo portato di drammi e conflitti.
Non solo gli sfratti continuano ad essere una realtà quotidiana ( quelli per morosità sono oramai circa il 70%); i prezzi delle case sono, soprattutto nelle grandi città, oramai alle stelle ( sono cresciuti negli ultimi anni a dismisura con punte del 120%);
sempre più persone sono costrette a coabitazioni forzate, a pagare 500/600 euro un posto letto, 300 euro per un cuscino ed in qualche caso per un cartone, a vivere in alloggi malsani ed in vivibili o in situazioni di fortuna; sempre più persone non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese costrette a subire i ricatti di piccoli e grandi proprietari, strozzate da mutui ed affitti impossibili. Ovunque crescono le baraccopoli del 2000, puntualmente smantellate dalle brillanti operazioni di polizia e qualche volta di "pulizia etnica e sociale" che oramai accomunano trasversalmente sindaci di centro destra e centro sinistra, da Cofferati, alla Moratti, fino al Sindaco di Roma Veltroni, in una deriva securitaria e in una folle rincorsa alla repressione preventiva.
La S/vendita del Patrimonio Pubblico e di quello degli enti previdenziali; la rinuncia a qualsiasi forma di garanzia pubblica del diritto alla casa attraverso la cancellazione dei fondi Gescal e di qualsiasi forma di finanziamento dell''edilizia residenziale pubblica; la completa liberalizzazione del mercato degli affitti con la sciagurata legge 431, accanto alle nuove stagioni di speculazione edilizia che hanno coinvolto e stravolto soprattutto le grandi città, hanno messo all'angolo milioni di persone determinando una situazione di crisi sociale diffusa e permanente.
A poco servono "misure tampone" di blocco parziale degli sfratti, come i "Buoni Casa" che oltre a sperperare risorse pubbliche senza risolvere alla radice i problemi contribuiscono a far lievitare il prezzo degli affitti; non regge più, anche di fronte alle manovre delle grandi holding del mattone e dei soldi regalati alle cooperative bianche e rosa, la favola del "tutti proprietari" e con essa l'idea degli incentivi per l''acquisto.
La recente attenzione, dopo un anno di colpevole disinteresse, che si sta facendo spazio all'interno della compagine governativa sulla "questione abitativa", è il risultato delle prove di forza quotidiane dei picchetti antisfratto, delle occupazioni di immobili abbandonati, delle campagne e delle mobilitazioni che in maniera diffusa anche se frammentata i movimenti hanno costruito ed articolato in maniera caparbia ed incessante.
La rabbia, la volontà di non rassegnarsi, le capacità di autorganizzazione di tante persone hanno costituito negli ultimi anni l'unica concreta risposta ad una situazione insostenibile sotto tutti i punti di vista.

Per queste ragioni, siamo convinti, non sia più rimandabile la costruzione di uno spazio comune di confronto e soprattutto di mobilitazione e di lotta
che dal basso ci permetta, con maggiore capacità di coordinamento ed incisività, di incalzare e mettere "sotto assedio" un governo ambiguo e sino ad ora latitante. Non è più possibile accontentarsi di vaghe promesse o di qualche briciola strappata agli sgravi fiscali e alle politiche di sostegno alle imprese, di qualche misura di incentivo all'acquisto, o di una piccola quota di alloggi da destinare all''affitto libero e/o concordato; i movimenti per il diritto alla casa devono avere l'ambizione di imporre su questo terreno una reale inversione di rotta:

- Bloccare la vendita del patrimonio pubblico e degli enti previdenziali; recuperare il patrimonio dismesso, caserme e immobili degli enti in testa, per destinarlo all'emergenza abitativa evitando ulteriori saccheggi delle nostre città da parte dei pescecani del cemento.
- Bloccare sfratti e sgomberi garantendo realmente il passaggio da casa a casa.
- Riaprire una stagione di investimento diretto sul terreno del diritto alla casa per portare l''offerta di alloggi popolari, oramai scesa sotto il 4% a livelli europei ( intorno alla quota del 20%), attraverso la individuazione di una fonte di finanziamento stabile dell'Edilizia Residenziale Pubblica a partire dalla
prossima finanziaria.
- Strappare il finanziamento immediato di un piano nazionale per 1 Milione di Casa Popolari da realizzare subito.
- Abrogare la legge 431 ed imporre una legge complessiva che si prefigga di garantire il diritto alla casa e all''abitare; che renda il libero mercato un eccezione e non una regola.
- Aprire una battaglia per modificare i criteri di accesso all'edilizia residenziale pubblica, per garantire l'ingresso all'interno delle fasce ERP di tutte le nuove figure del precariato sociale e di tutti coloro si sono in questi anni impoveriti grazie alle politiche economiche dei governi che si sono
succeduti alla guida del paese.

Queste sono certamente le priorità ed i punti cardine sui quali costruire una piattaforma programmatica da declinare e articolare insieme all''interno di una nuova stagione di lotta.
Ma c'è molto di più. L'emergenza casa non è che una delle tante facce della precarietà della vita, condizione generalizzata che oramai coinvolge e
travolge tutti e tutte noi.
La composizione sociale che oggi si mette in movimento sul terreno della lotta per la casa è mutata e sta mutando, e con essa le forme e le pratiche di lotta; le trasformazioni della struttura del mercato del lavoro e della società pongono ai movimenti stessi la necessità di trasformarsi e di generalizzare il conflitto. La crisi che attraversiamo è il frutto avvelenato del neoliberismo, di contraddizioni sociali profonde, è la logica risultante della sovrapposizione e dell'intreccio fra la legge 431 sulla casa, il pacchetto Treu e della Legge 40 sul lavoro, la Turco-Napolitano e la Bossi – Fini sull''immigrazione.
Per questo non si può non riempire la battaglia sulla casa di significati ed ambizioni più ampie.
Per questo, oggi, lottare per la casa non è semplicemente "necessità" di organizzarsi a partire da un bisogno negato, è tentativo di agitazione per liberarsi dalla morsa che stringe le nostre vite; è ricerca di spazi e tempi negati; è ribellione ad una condizione di precarietà e sudditanza generalizzata al mercato.
Oggi più che mai la lotta per la casa è lotta per affermare il diritto all'abitare, per la qualità della vita nelle nostre città e nei nostri quartieri; è battaglia contro l'inquinamento elettromagnetico, contro la logica delle discariche e gli inceneritori, per i servizi; oggi più che mai lottare per la casa,
occupare, vuol dire reclamare tariffe sociali ( luce, acqua, gas, telefono, internet, trasporti), vuol dire riprendersi parte di quel diritto allo studio negato dalle controriforme della scuola e dell'università;
vuol dire costruire dal basso processi di scambio e contaminazione interculturale; vuol dire muoversi verso un reddito garantito a tutti e tutte praticando percorsi di riappropriazione.
Sottrarci al ricatto dell'affitto, alle logiche dei sacrifici, alla competizione di tutti contro tutti, liberare spazi e tempi di vita per re-immetterli nel circuito della cooperazione sociale e della solidarietà; mettere in comunicazione soggetti diversi, tessere reti sociali alternative, ricostruire le dimensioni di un agire collettivo indispensabile ad alimentare conflitti, autonomia dei movimenti, percorsi di trasformazione radicale dell'esistente.
Non c'è più spazio per stare con una scarpa dentro questi governi e con le 'altre nelle piazze.

Ci vuole una Casa per cambiare il Mondo

Etichette:

18 maggio 2007

Presido antisfratto_cronaca da radio kairos & globalproject

Presido antisfratto a Calderara di Reno
Contributi audio della mattinata

Giovedì 17 maggio il collettivo Passepartout, il collettivo M.A.O. e il sindacato Asia/RdB si sono recati a Calderara, estrema periferia bolognese, per impedire che venisse eseguito uno sfratto.
Mario, con un’invalidità del 100%, si trova sotto sfratto per morosità. Non potendo quindi disporre di un alloggio idoneo è stato cancellato dalle liste d’attesa per il traspianto al cuore. La proprietaria rivuole l’immobile, mentre il comune non è in grado di risolvere questa emergenza.

Ascolta i contributi di Mario, del comitato dei cittadini e di Passepartout ai microfoni di radio kairos:
http://www.globalproject.info/art-12297.html

Ascolta la cronoca della mattinata:
http://www.globalproject.info/art-12297.html

Etichette:

Da "La Repubblica"

Riparte l'edilizia popolare, più fondi comunali per i poveri
Detrazioni maggiori e Ici azzerata se si dà la casa a canone agevolato
Due miliardi per aiutare chi è in affitto
Mercoledì il pacchetto annunciato da Prodi
di LUISA GRION

ROMA - Meno tasse e sconti sull'Ici per chi decide di affittare la propria casa a canone agevolato; un miliardo e mezzo di euro l'anno - almeno - a vantaggio dell'edilizia sociale; un fondo di 500 milioni ai comuni per aiutare gli inquilini più poveri. L'emergenza casa arriva al Consiglio dei ministri: mercoledì prossimo il governo discuterà del piano elaborato da ministro delle Infrastrutture Di Pietro con le parti sociali. L'obiettivo è quello di inserire nel prossimo Dpef un capitolo di rilancio della politica abitativa, questione fondamentale visto che - nel paese delle case di proprietà - ci sono pur sempre oltre 4 milioni di famiglie che vivono in affitto.

"Si parte da un rifinanziamento della politica edilizia sociale che rimetta sul piatto almeno il miliardo e mezzo di euro che veniva garantito dal canale degli ex fondi Gescal - dice il ministro - e dal fondo di 500 milioni da destinare agli aiuti per gli affitti. Ma il piano si basa soprattutto su agevolazioni fiscali e soluzioni per affrontare l'emergenza".

Fra queste c'è la mappatura del patrimonio pubblico disponibile e la ristrutturazione di 20 mila appartamenti oggi in disuso. C'è l'idea di concedere detrazioni fiscali alle aziende che mettono in atto piani abitativi per i dipendenti e quella di riedificare le ex aree militari.

Per quanto riguarda l'aspetto fiscale, invece, vi è soprattutto il piano di agevolazioni previsto per chi affetterà la propria casa a canone agevolato. La possibilità è prevista già oggi, ma a metterla in pratica sono pochissimi. Ora per invogliare i proprietari ad utilizzarla, il piano nato dal tavolo aperto dal governo con le parti sociali (una ottantina di soggetti fra associazioni, sindacati ed enti locali) prevede un innalzamento dal 30 al 50 per cento le detrazioni aggiuntive sul reddito dei proprietari più l'azzeramento, e l'azzeramento o la forte riduzione dell'Ici.

Accanto a questo progetto che si appresta a portare in dote 2 miliardi a favore di chi non ha casa e vive in affitto, va affiancata la partita destinata ad agevolare chi invece vive in una abitazione di proprietà. Anche qui si parla di tagli all'Ici. L'idea - sulla quale ci sarebbe un accordo dell'Ulivo - è quella di esentare il pagamento sulla prima casa per una quota che potrebbe oscillare fra i 200 e i 500 milioni. Misura che potrebbe essere attivata per il 2008 e inserita - attraverso un emendamento - al disegno di legge sulle rendite finanziarie in discussione alla Camera.

Ma il fatto che lo stesso Prodi abbia annunciato di voler parlare sia dell'Ici che delle proposte sulla revisione del catasto, ha in qualche modo fatto sì che si riapra uno spiraglio per chi vorrebbe intervenire subito. Magari sul saldo Ici che si versa a dicembre. Vincenzo Visco, viceministro delle Finanze, frena: "Le proposte saranno valutate in base alle risorse", ma certo - ha ammesso - "bisogna tener conto che l'80 per cento degli italiani ha una casa d'abitazione e un intervento sull'Ici ha un impatto redistributivo di qualche rilevanza"

Etichette:

17 maggio 2007

Volante anti-sfratto a Calderara: ottenuto un rinvio

Stamattina, dalle 7, abbiamo presidiato la casa di una famiglia minacciata di sfratto a Calderara di Reno. La situazione all'interno della quale è maturata questa ingiunzione è quella, oramai ricorrente, di una famiglia che per alcuni mesi non è riuscita a pagare puntualmente le spese di affitto previste dal contratto. Un problema amplificato dalla situazione di salute di uno dei membri, in lista d'attesa per un trapianto, che può avvenire solo nel caso in cui si abbia la certezza di una casa in buone condizioni. In questo ambito è partita la richiesta di sfratto da parte della proprietà. Poi, grazie alla solidarietà degli abitanti di Calderara, tutti gli arretrati dell'affitto sono stati saldati, arrivando anche ad anticipare il pagamento delle mensilità fino al prossimo agosto. Grazie a questo pagamento anticipato la proprietà dell'appartamento aveva promesso di revocare la richiesta di sfratto, spingendo gli inquilini a rifiutare, ormai rassicurati sulla possibilità di continuare a vivere nella casa in cui ormai da molti anni vivono, due case offerte dal Comune in un pessimo stato manutentivo.

Ora la proprietà si è rimangiata tutto, procedendo con la richiesta di sfratto, incurante della scelta di rifiutare le case offerte dal Comune che le sue promesse avevano provocato. Ora l'inquilino è stato stralciato dalla lista d'attesa per il trapianto, e tutta la famiglia rischia di rimanere senza un tetto sotto il quale vivere. E così sarebbe stato oggi se, all'arrivo dell'ufficiale giudiziario scortato dalle forze dell'ordine, non fossimo stati presenti a presidiare la casa. Proprio in virtù della nostra presenza, lo sfratto è stato rinviato a data da destinarsi.

Come rete contro gli sfratti e gli sgomberi rilanciamo una lotta che sentiamo nostra e che crediamo debba essere di tutti: in una crescente situazione di precarietà sociale la casa è, e deve rimanere, un diritto garantito per tutti e tutte. La particolarità di questa situazione si inserisce in uno scenario in cui la casa viene sempre meno percepita come diritto di chi la vive e sempre più come fonte di profitto per le proprietà. Le politiche abitative delle amministrazioni sono troppo spesso latitanti; il governo, che della questione della casa aveva fatto un suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, continua a travasare fondi direttamente nelle mani dei padroni immobiliari, invece che investire nell'edilizia residenziale pubblica. In questo contesto, situazioni come quella del tentativo di sfratto di oggi, sono in moltiplicazione. Per questo crediamo che sia importante organizzarci dal basso per rivendicare il diritto di tutti all'abitare dignitosamente.

Nei prossimi giorni torneremo a fare pressioni sulle istituzioni di Calderara per far si che nessuno resti senza casa, e che questo non diventi l'ennesimo esempio della contiguità fra gli interessi dei padroni di casa e le scelte in materia abitativa delle amministrazioni Comunali.

Asia-Rdb
Movimento Autorganizzato Occupanti
Passepartout

Etichette:

14 maggio 2007

Da "Il Bologna"

Imovimenti pronti a resistere:
questo sfratto non s'ha da fare

Venti attivisti di Tpo e
RdB intendonoopporsi
«fisicamente».Sicerca
uncompromesso

Giovedì all'alba, sulla soglia della casa di Mario Biolcati,
la battaglia potrebbe non essere più solo legale. Quando l'ufficiale giudiziario si presenterà
per eseguire l'ordinanza di sfratto, troverà infatti venti persone a difendere, «anche fisicamente
», il diritto di un cardiopatico in attesa di trapianto a vivere in una casa decente.
LA STORIA DI MARIO è un grande dramma costellato di molti altri piccoli drammi. 54 anni, con una figlia adolescente a carico che ancora non ha un lavoro vero, l'ex tecnico del suono non può più lavorare a causa di una patologia che limita il suo cuore al 30% delle funzioni. Le difficoltà nel pagare l'affitto lo portano ad avere un debito ingente con la padrona di casa, Patrizia Campagna, che nel dicembre 2005 gli notifica lo sfratto. Il problema è doppio, perché la possibile perdita della casa lo fa uscire anche dalla lista d'attesa per il trapianto: una delle condizioni per ottenere un cuore nuovo è avere una casa
dove poter trascorrere in serenità la convalescenza. Per aiutare Mario la gente di Calderara si mobilita. Il Comune interviene
lo scorso febbraio concedendo un alloggio popolare. Intanto però il comitato di cittadini ha raccolto la somma necessaria a pagare l'arretrato, più altri quattro mesi d'affitto. Mario dice no all'alloggio Erp, salda il debito e resta a casa “sua”. Sembra
tutto risolto, ma a quel punto arriva la doccia fredda: la proprietaria, intascato l'arretrato,vuole cacciarlo comunque e gli notifica un nuovo sfratto, con esecuzione in data17 maggio.

È PER IMPEDIRE quella che ritengono «un'ingiustizia inspiegabile» che giovedì mattina ungruppo di attivisti di sinistra si
troveranno davanti casa di Mario.Una decina di appartenentiagli sportelli casa del Tpo (Passepartout) e di Rdb (Asia) hanno
già assicurato la loro presenza.
"Speriamo - dice Carlos Venturi,vicino al sindacato di base -di far restare Mario in casa almenofino ad agosto, in attesa di un intervento del Comune"


Etichette: