23 gennaio 2006

Riassegnato alloggio Acer

Questa mattina gli occupanti del collettivo Passepartout, hanno riconsegnato le chiavi di un alloggio pubblico (Acer), sito nel quartiere San Donato a Bologna, ad una signora che ne è assegnataria.
Questo gesto vuole cercare di uscire dalla contrapposizione con la quale il comune del capoluogo emiliano ha cercato di mettere contro ocupanti e assegnatari di case pubbliche.
Il collettivo Passepartout ha voluto dimostrare nuovamente, che l’occupazione di un alloggio Ater, non va contro i cittadini che ne ne sono assegnatari, ma serve per mettere in evidenza un problematica enorme alla quale l’amministrazione continua a non dare risposte definitive.

comunicato stampa:

Ascolta la corrispondenza con Nicola, Passepartout - Bologna

Lunedì 23 gennaio, Passepartout consegna le chiavi di un nuovo alloggio pubblico a San Donato, ad una donna, assegnataria ERP che ne ha diritto.
Questa nuova assegnazione atipica, segna per noi una piccola vittoria ed una grande soddisfazione. I precari e gli studenti che lo abitano hanno scelto di fare spazio a chi come loro lotta da anni per trovare una casa dignitosa.
Saranno accolti provvisoriamente nelle case di altri compagni e compagne di strada.

Chiediamo infatti per loro e per le altre decine di precari e precarie che sono oggi in occupazione, che venga cancellata la norma punitiva del regolamento comunale che esclude chi ha occupato per necessità dalle graduatorie ERP, che venga riconosciuto un contratto di affitto temporaneo di due anni ed una sistemazione alternativa, che vengano identificati degli alloggi vuoti, ideonei a progetti di auto-recupero e che attraverso un bando speciale si possano assegnare ulteriori case per rispondere alle esigenze di questa fascia crescente di persone che non possono pagare un affitto di mercato.

Sono trascorsi quasi due anni dall’inizio della nostra piccola ma tenace lotta per assicurare il diritto alla casa per tutti e tutte. Insieme a noi oggi, anche altri due collettivi di questa città, praticano l’occupazione, generano socialità e proposte nei quartieri.

Abbiamo sempre affermato che non fosse nelle nostre intenzioni contrapporci a chi, da anni in attesa o in emergenza abitativa ha diritto ad una casa.
Soltanto l’Assessore Amorosi ed il Sindaco hanno cercato di criminalizzare le occupazioni, conosciute e rispettate nei quartieri in cui siamo presenti.
Per noi la casa deve essere un diritto umano alla portata di chiunque, dunque non si può e non si deve mendicare.

Abbiamo proposto molte soluzioni alternative agli sgomberi che porterebbero soltanto scontri e tensione. In altri municipi italiani, come ad esempio a Roma, con coraggio e convinzione si prendono provvedimenti per limitare la voracità del mercato privato e per riconoscere il valore dei movimenti di occupazione e di auto-organizzazione, a Bologna secondo noi, si potrebbe fare molto di più. L’abbiamo argomentato e scritto, sui giornali, ai convegni, nei consigli di quartiere, nelle strade.

Oggi tendiamo una mano a chi fa lo stesso. E denunciamo l’ingiustizia dei 1800 sfratti previsti in città nel 2006 mentre i lavoratori e le lavoratrici dipendenti fanno i salti mortali per ottenere un contratto, per mantenere una dignità mentre i redditi scendono e le fabbriche chiudono.

E’ necessario che il sindaco blocchi gli sfratti con un provvedimento d’urgenza e che la parola torni alla politica ed alla razionalità della democrazia, quella agita dal basso, quotidianamente, in risposta ai bisogni ed ai sogni, di chi vive le nostre città.

Agenzia Dire