29 maggio 2007

Da "Il Domani": Ex Mercato, i costruttori disertano il bando

Cristiano Zecchi

Nessuno ha partecipato al bando per realizzare alloggi all’ex Mercato Ortofrutticolo. Un flop tutt’altro che annunciato,il Comune di Bologna puntava molto nell’apporto dei costruttori per realizzare 300 nuovi alloggi, un terzo dei quali in affitto permanente a canone calmierato. Ma nessuno si è presentato. Solo la Cir Costruzioni di Argenta ha chiesto una proroga del bando per risolvere un problema legato a fidejussioni bancarie.
La richiesta è arrivata 48 ore dopo la chiusura del bando e, di fatto, legalmente inaccettabile. E adesso? All’assessore
all’urbanistica e alla casa, Virginio Merola, non resta che puntare il dito contro i costruttori, dire addio ai sei milioni di euro della Regione e prepararsi a fare tutto da soli, insieme ad Acer e ad altri soggetti. «Abbiamo messo in gioco 22.000 metri quadri di aree edificabili di proprietà comunale, per un valore di mercato di circa 25 milioni di euro, concedendole al prezzo simbolico di un euro al metro quadro - dice Merola - Abbiamo previsto inoltre la possibilità di realizzare edilizia libera per il 30% della superficie in gioco per garantire il massimo possibile di edilizia sociale in affitto ». Niente, neppure un’offerta. Eppure il Comune aveva discusso a lungo con i costruttori, prima di presentare il bando. «Si sono svolti numerosi incontri con i rappresentanti di tutte le associazioni delle imprese di costruzione per definire al meglio il bando - prosegue l’assessore - Infine, per due volte, abbiamo chiesto la proroga al termine del bando regionale anche per le sollecitazioni arrivate dalle imprese per avere il tempo necessario per le istruttorie tecniche e i chiarimenti. Ebbene - l’amaro sfogo di Merola - nessuno ha partecipato al bando.
Ora non è possibile legalmente riaprire i termini o peggio fare trattative dirette con i privati, quindi non è il momento delle polemiche». Quindi? «È arrivato il tempo di fare una severa riflessione di merito, accompagnata a misure urgenti per dare attuazione comunque al programma di case in affitto sull’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo. La riflessione deve riguardare i criteri del bando regionale e in particolare l’esclusione di Acer dalla possibilità di concorrere in base all’interpretazione della legge regionale 24 del 2001». Sarà quasi impossibile realizzare l’intervento al Navile senza avvalersi dell’apporto privato. «Come abbiamo visto il privato senza un profitto adeguato non partecipa a questo tipo di bando - dice l’assessore - Modificare il bando vuol dire rassegnarsi a fare al massimo il 30% di case in affitto permanente, fatto 100 le aree disponibili: non è accettabile, non possiamo rassegnarsi a questo spreco risorse pubbliche». E adesso? «Ci riteniamo liberi dai vincoli del
bando regionale e liberi di approfondire con Acer e altri interlocutori il da farsi - conclude l’assessore - ci riserviamo cioè di istruire in tempi ragionevolmente brevi la nostra proposta di attuazione per confermare il nostro obiettivo: realizzare case in affitto».
Per Carmine Preziosi, direttore del Collegio Costruttori di Bologna (affiliato a Confindustria) il problema del bando riguardava la bassa redditività che non consentiva alle imprese di fare un investimento tranquillo. «Purtroppo avevamo ragione -sostiene Preziosi - Alcuni contenuti non erano in linea con quello che il mercato poteva offrire all’amministrazione. Bastava che il 30% della locazione a termine fosse in proprietà convenzionata, esigenza di mercato della classe media, che le imprese avrebbero
partecipato». Il direttore dell’Ance viene poi al nocciolo della questione: «I termini del bando non erano tali da garantire un utile di impresa tale da lavorare in tranquillità. Era troppo basso il margine operativo per gestire l’operazione con tranquillità. In pratica, una volta fatti i conti, le imprese hanno capito che le caratteristiche del bando non consentiva di fare un piano economico finanziario adeguato, i margini di rischio erano molto alti».
Il Collegio Costruttori suggerisce di recuperare in fretta questa situazione: «O si prolungano i termini del bando
già avviato o presentare un nuovo bando chiedendo alla Regione di evitare di dare i soldi che spettano a Bologna
ad altre province». Eppure avevate partecipato alle riunioni del Comune in preparazione del bando. «Sì, ma al termine
dei lavori, nelle ultime due riunioni, sono emerse posizioni distanti da quelle sostenute dalla nostra associazione - dice Preziosi - Purtroppo le altre associazioni di categoria avevano sostenuto la stesura del bando, noi ci siamo trovati da soli e adesso constatiamo che avevamo ragione.
Occorre ricreare un dialogo tra imprese e comune, che non sia però un dialogo tra sordi dove ognuno ribadisce le
proprie tesi e non ascolta quelle degli altri».
“Palazzo D’Accursio metteva in gioco parte delle aree dell’ex Mercato in
maniera quasi gratuita, ad appena un euro al metro quadro. In cambio
chiedeva ai costruttori di realizzare a loro spese 300 alloggi a canone
calmierato. Da un lato Bologna avrebbe avuto a disposizione nuovi alloggi
per il disagio abitativo e i privati potevano vendere una quota di case a
prezzo pieno di mercato. Almeno il 70% degli alloggi dovevano essere
realizzati in edilizia a canone calmierato, il 40% dei quali sarebbe dovuto
essere destinato all’affitto permanente. Il diritto di superficie doveva durare
40 anni, dopo di che la proprietà degli immobili sarebbe passata al
Comune. Per l’affitto a canone calmierato a termine il diritto di superficie
sarebbe dovuto durare 99 anni e poteva essere rinnovato successivamente.
VIRGINIO MEROLA ASSESSORE COMUNALE ALL’URBANISTICA E ALLA CASA"

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